Rino Gaetano

Rino Gaetano

Rino Gaetano, all'anagrafe Salvatore Antonio Gaetano, è stato un cantautore italiano, considerato il "figlio unico" della canzone italiana, ricordato per la sua voce ruvida e spontanea, per la graffiante ironia delle sue canzoni nonché per la denuncia sociale, celata dietro i suoi testi apparentemente leggeri e disimpegnati.

 Il cantautore, rimasto profondamente legato alla sua terra di origine, ha rifiutato sempre ogni tipo di etichetta e, a differenza dei suoi contemporanei, ha evitato di schierarsi politicamente. Nonostante questo, i suoi brani non mancano certo di riferimenti e critiche alla classe politica italiana: Rino arriverà a fare nomi e cognomi nelle sue canzoni e, anche per questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo verranno più volte censurati.

Salvatore Antonio Gaetano nacque a Crotone il 29 ottobre del 1950. In famiglia tutti lo chiamano Salvatorino, ma sua sorella maggiore Anna preferisce chiamarlo Rino. Nel marzo del 1960, all'età di dieci anni, si trasferisce assieme alla famiglia a Roma per motivi legati al lavoro dei genitori. L'anno dopo Rino viene mandato a studiare nel seminario della Piccola Opera del Sacro Cuore di Narni, in provincia di Terni.

Nel 1967 torna a Roma dove vivrà per tutto il resto della sua vita. L'anno successivo, insieme a un gruppo di amici crea il quartetto dei Krounks, un gruppo che esegue soprattutto cover. Rino suona il basso all'interno della band e nel frattempo si diletta a scrivere canzoni. I suoi artisti di riferimento in quegli anni sono cantanti italiani come Jannacci, De André, Celentano, i Gufi, Gian Pieretti e Ricky Gianco ma anche star internazionali, quali Bob Dylan e i Beatles. Nel 1969 Rino si avvicina al teatro e inizia a frequentare il Folkstudio, noto locale romano dove si esibiscono molti giovani artisti. Qui conosce Antonello Venditti, Ernesto Bassignano e Francesco De Gregori. Rino però si rivela molto diverso rispetto agli altri cantanti: la forte ironia dei suoi brani, il suo modo di cantare e di criticare non è gradito a tutti. Rino si esibisce spesso insieme a Venditti in alcuni spettacoli di cabaret organizzati da Marcello Casco. Tra il 1970 e il 1971 inoltre prende parte a diverse rappresentazioni teatrali: recita i poemi di Majakowskij e interpreta Estragone in Aspettando Godot di Samuel Beckett e la volpe in Pinocchio di Carmelo Bene.

 Rino, intanto, diplomatosi in ragioneria viene indirizzato dal padre verso una carriera sicura e ben retribuita, e gli procura un posto di lavoro in banca. Ma i progetti di Rino sono decisamente diversi e così riesce a trovare un compromesso con la famiglia: gli viene concesso un ultimo anno per provare a sfondare nel mondo della musica, in caso di esito negativo dovrà rassegnarsi a lavorare in banca. Nel 1972 si iscrive alla SIAE e conosce Vincenzo Micocci, proprietario della casa discografica It.

Nel 1973 finalmente Rino riesce ad incidere il primo 45 giri con la It, I Love You Maryanna/Jaqueline, prodotto da RosVeMon (acronimo delle iniziali dei cognomi di Aurelio Rossitto, Antonello Venditti e Piero Montanari). Il cantautore tuttavia decide di firmare il singolo con lo pseudonimo di Kammamuri's, un omaggio ad un personaggio dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari. Secondo Micocci la scelta di utilizzare uno pseudonimo era un segno della timidezza e dell'insicurezza di Gaetano. Il 45 giri presenta testi comici e goliardici, caratterizzati dalla demenzialità e dal nonsense, Rino vuole in questo modo dissacrare il mondo cantautoriale impegnato. Sulla figura di Maryanna, destinataria dell'amore di Rino, si sono fatte molte ipotesi. La più accreditata, sostenuta anche dalla sorella del cantautore è che la canzone fosse dedicata alla nonna Marianna. Secondo altri invece il brano allude provocatoriamente alla marijuana o ad un altro personaggio salgariano, Lady Marianna.

Il 1974 è un anno molto importante per Rino: scrive i testi del suo primo album, Ingresso libero, poi pubblicato nel novembre dello stesso anno, ed incontra Bruno Franceschelli, con il quale nascerà una grande amicizia. Rino descrive efficacemente l'atmosfera di quel bar nel brano Tu, forse non essenzialmente tu. La copertina dell'album ritrae Rino sfocatamente mentre cammina davanti a un muro di mattoncini della sua prima casa a Roma e su una porta è appeso un cartello Ingresso libero. Il titolo ironizza sull'entrata del cantante calabrese nel mondo della musica. Il disco non riscuote un grande successo, mentre il 45 giri tratto dall'album Tu, forse non essenzialmente tu/I tuoi occhi sono pieni di sale avrà maggior fortuna, catturando soprattutto l'attenzione di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, che inseriscono più volte i due brani nella scaletta del loro programma radiofonico Alto gradimento.

Rino, nello stesso anno, tramite la RCA, scrive tre canzoni per Nicola Di Bari: Prova a chiamarmi amore, Questo amore così grande e Ad esempio a me piace... il Sud, incluse nell'album Ti fa bella l'amore. Nessuna delle tre canzoni avrà gran fortuna. Mentre la versione spagnola di a me piace... il Sud ottiene un grande successo in America Latina.Il successo arriva l'anno successivo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu. Si tratta in realtà di un 45 giri atipico perché contiene una sola canzone divisa in due parti. Rino in questa originalissima canzone propone diversi spaccati di vita quotidiana, fra ironia, luoghi comuni e contraddizioni.

Nel 1976 Rino incide il suo secondo album, Mio fratello è figlio unico. Con questo disco, il cantautore calabrese cerca di catturare l'attenzione dell'ascoltatore e propone argomenti drammatici, soprattutto la solitudine e l'emarginazione, i temi portanti dell'album. Grazie al nuovo linguaggio e alle nuove soluzioni musicali, come l'utilizzo del sitar, del banjo e del mandolino, Rino riesce ad ottenere un album più complesso e maturo del precedente.

L'anno successivo Rino elabora e incide il suo terzo album, Aida. Tramite la figura di Aida, Rino effettua una ricerca storica e ripercorre alcuni momenti della storia italiana con uno sguardo del tutto originale, quasi fotografico. Nello stesso anno, il cantante viene affiancato in tournée dai Crash, una band emergente. Per questa band Rino produce l'album Exstasis e scrive il brano Marziani noi. Con l'aumento della popolarità, arrivano anche le prime apparizioni televisive per il cantante crotonese: presenterà il suo brano Spendi spandi effendi Domenica in, a quel tempo condotta da Corrado. In quest'occasione sarà costretto a tagliare la parola «coglione» dal testo della canzone. Il 19 agosto viene invitato in trasmissione da Gino Paoli.

 L'idea di portare Rino al Festival di Sanremo parte da Vittorio Salvetti, inventore del Festivalbar e da Ennio Melis, direttore artistico della RCA. Rino all'inizio è scettico, tuttavia le pressioni da parte della RCA e la convinzione che si tratti di un'occasione da non perdere, lo portano pian piano a cambiare idea. Quando la voce inizia a diffondersi, fan e amici non la prendono certo bene: in quegli anni, per un cantautore, la partecipazione a Sanremo equivaleva a una sorta di tradimento. In molti lo chiamano e gli chiedono di ripensarci, c'è chi minaccia di non volerlo più frequentare. Rino comunque alla fine si convince e decide di partecipare. La sua proposta è quella di portare Nuntereggae più, canzone tratta dal nuovoalbum. La RCA però considera la canzone poco adatta al Festival per via del lungo elenco di nomi di personaggi noti e quasi lo obbliga a presentare Gianna, una canzone più disimpegnata ed orecchiabile. 

Al 28º Festival della Canzone Italiana Rino fa il suo ingresso sul palco, con una tuba nera, regalatagli da Renato Zero, un elegante frac attillato, papillon bianco, maglietta a righe bianche e rosse e scarpe da ginnastica Mecap. Sul bavero del frac porta appuntata una colossale quantità di medagliette, che in parte consegnerà al direttore d'orchestra, in parte lancerà al pubblico nel corso dell'esibizione. A completare il quadro, Rino suona un ukulele.

Con l'esecuzione di Gianna, per la prima volta a Sanremo viene pronunciata la parola sesso, presente nel testo della canzone. Ad accompagnarlo vi sono i Pandemonium, che fanno il loro inaspettato ingresso sul palco verso la fine della performance per cantare il coro finale della canzone, a mo' di sketch umoristico. L'esibizione di Rino, raccoglie un gran consenso da parte della critica e del pubblico. Alla fine il brano si classifica terzo, dietro E dirsi ciao dei Matia Bazar e Un'emozione da poco di Anna Oxa.  Gianna, grazie soprattutto al trampolino di Sanremo, ottiene un grande successo, diventa una hit nelle discoteche della Riviera e rimane per 14 settimane nella Top Ten, vendendo oltre 600 000 copie. Dopo la partecipazione al Festival, la carriera antecedente di Rino viene quasi oscurata dal successo di Gianna: per gran parte del pubblico infatti Rino diventa quello di Gianna, molti dei suoi fan "storici" invece vedono la canzone e la partecipazione a Sanremo come una caduta di stile.

Nello stesso anno Rino conduce su Radio uno un programma radiofonico, intitolato Canzone d'Autore. Nel corso della trasmissione, musicisti emergenti vengono invitati a commentare un proprio brano musicale. La sigla del programma è E cantava le canzoni, tratta dal quarto album del cantante.

Dallo stesso album viene tratta Nuntereggae più, una delle canzoni più famose e discusse, per via dei numerosi riferimenti politici e del lungo elenco di nomi presente nel testo. Rino però è di tutt'altra opinione e a tal proposito dichiara: «Le canzoni non sono testi politici e io non faccio comizi. Questo è uno sfottò. Insomma, per me "Nuntereggae più" è la canzone più leggera che ho mai fatto».Rino partecipa a una tournée e ad alcune manifestazioni serali, la più famosa di queste è sicuramente Discomare '78 e precisamente la serata finale svoltasi nella Valle dei Templi di Agrigento il 23 agosto 1978. Il cantante avrebbe dovuto cantare Nuntereggae più, ma la Rai prova a impedirglielo e Rino per protesta lascia la manifestazione.

 La partecipazione a Sanremo ha segnato decisamente un punto di svolta nella carriera e nella vita del cantautore, nulla sarebbe più stato come prima. Il quinto album, Resta vile maschio, dove vai?, il primo con la RCA, mostra un'evidente crisi compositiva ed artistica del cantante. In Rino qualcosa è evidentemente cambiato, come si evince già dalla copertina dell'album: più professionale e commerciale, ma sicuramente meno spontanea. Inoltre il 33 giri contiene la prima ed unica canzone di tutta la sua discografia non scritta da lui, scritta infatti da Mogol.Le sue esibizioni sono notevolmente cambiate rispetto ai primi tempi, ha un seguito decisamente maggiore e la scenografia adesso è studiata nei minimi dettagli. Rino prende parte prima al Festivalbar e poi, in ottobre, partecipa al Disco estate a Rieti. In quest'occasione si rende protagonista di una protesta, non accetta il fatto di dover cantare in playback e quando arriva il suo turno, invece di far finta di cantare, decide di fare l'indifferente e fumarsi una sigaretta.

Nel 1980 Rino incide il suo sesto ed ultimo album, E io ci sto. Questo 33 giri propone nuove sonorità, ciò che colpisce maggiormente del disco è il tono più serio delle canzoni, l'impegno civile dimostrato dal cantautore e l'utilizzo del rock. Nonostante le vendite inferiori rispetto al solito, Rino si dichiara soddisfatto per via del messaggio duro e preciso trasmesso dall'album e per via del diverso tipo di attenzione richiesto al pubblico.

Nel 1981 la RCA organizza una nuova tournée, presentata da Shel Shapiro: Rino si esibisce al fianco di Riccardo Cocciante e i New Perigeo. La scelta di affiancare artisti così lontani tra loro non convince pienamente né Rino, né tanto meno la critica.

Il 31 maggio Rino fa la sua ultima apparizione in TV cantando E io ci sto nel programma Crazy Bus. Dopo diche la carriera e la vita di Rino Gaetano si interrompono tragicamente il 2 giugno 1981 all'età di trent'anni in seguito ad un incidente stradale. Verso le tre di notte, dopo una serata passata nei locali, Rino sta tornando a casa, da solo, a bordo della sua Volvo. E mentre percorre la strada di casa cade con la testa sul volante e la macchina invade la corsia opposta. Il camionista che sopraggiunge nell'altro senso prova a suonare il clacson, ma l'urto è inevitabile. La parte anteriore e il lato destro della Volvo vengono distrutti, Rino batte violentemente la testa contro il vetro e il petto sul volante e perde conoscenza. L'autopsia rivelerà un possibile collasso prima dell'incidente mentre il camionista racconterà di aver visto Rino accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi qualche attimo prima dell'impatto.

Rino è in coma e quando arriva al Policlinico riporta una frattura alla base cranica, varie ferite a livello della fronte, una frattura molare destra e una sospetta frattura allo sterno. Tuttavia il Policlinico non ha un reparto per i craniolesi e il medico di turno, il dottor Novelli tenta invano di contattare un altro ospedale dotato di reparto di traumatologia cranica. Vengono contattati telefonicamente il San Giovanni, il San Camillo, il CTO della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri, ma non si riesce a trovare un posto disponibile. Così, Rino alle sei del mattino muore. Vi saranno molte polemiche per via del mancato ricovero e verrà aperta anche un'inchiesta.

Il 4 giugno si tengono i funerali nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, quella in cui Rino si sarebbe dovuto sposare da lì a poco. Alle esequie partecipano parenti, amici, personaggi della musica, dirigenti della RCA e fan. Inizialmente viene sepolto nel piccolo cimitero di Mentana, poi il 17 ottobre viene trasferito al cimitero del Verano, dove la sua salma si trova tuttora.

A più di quaranta anni dalla morte, il nome di Gaetano, nonostante la sua breve parabola, viene ancora annoverato tra i grandi della musica italiana. Diversi, a questo proposito, sono stati i tributi dedicati attraverso varie forme all'artista di Crotone.

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