La prima donna bionica italiana si chiama Almerina Mascarello, ha indossato per testare una speciale mano bionica capace di restituire il senso del tatto.
Almerina ha potuto riottenere la mano persa più di 50 anni fa, grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori della struttura complessa di Neurologia del Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, che ha seguito la paziente.
Grazie alla sperimentazione, che va avanti dal 2009, su diversi pazienti volontari, Almerina è stata la prima donna, la prima italiana a indossare l'impianto per sei mesi, anche al di fuori del laboratorio. È andata al ristorante, ha raccolto dei fiori, ha fatto cose normali in situazioni normali. Grazie alle moderne tecnologie l'attrezzatura sensoriale e informatica a cui è collegato l'arto può stare in uno zaino, che il paziente porta sulle spalle.
La mano bionica ha dei sensori che rilevano informazioni sulla consistenza di un oggetto. Questi messaggi sono inviati al computer nello zaino che converte i segnali in un linguaggio che il cervello è in grado di comprendere. L'informazione viene trasmessa al cervello tramite piccoli elettrodi impiantati nei nervi della parte superiore del braccio.
Almerina, ora, è in grado di fare cose che prima erano difficili, come vestirti, indossare scarpe, tutte cose banali ma importanti. La donna è stata in grado di indossare la mano bionica per sei mesi, ma ora il prototipo è stato rimosso. La speranza è quella di arrivare a ulteriori miniaturizzazioni.